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Nel 2019 Piccola Compagnia della Magnolia avvia una riflessione sul tema dell’ ERESIA, con l’obiettivo di creare una nuova produzione: FAVOLA ERETICA
Nel 2020 la crisi pandemica sospende l’avvio della creazione, ma illumina in maniera inaspettata e violenta l’evidenza di un doppio binario percorribile in seno alla tematica: da un lato la creazione teatrale (2022), dall’altro un progetto audio-visivo. Oggi, dopo gli stravolgimenti che le vite di noi tutti hanno subito, Progetto Eresia è un’entità cuspide che vede nascere nel 2022 il docufilm - REGISTRI DEL SONNO | Prove di Eresia e la creazione teatrale FAVOLA, testo del drammaturgo FABRIZIO SINISI con il quale PCM avvia una collaborazione che accompagnerà il triennio 22/24.
PROGETTO ERESIA
FAVOLA​
P.P.P
Questo lavoro è idealmente dedicato
a Pier Paolo Pasolini
FAVOLA è figlio del Progetto Eresia ed è la prima tappa di PROGETTO VULNERABILI 22|24
Uno spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia, realizzato in coproduzione con TPE/Teatro Piemonte Europa, CTB/Centro Teatrale Bresciano, Teatro della Città/Catania, Gli Scarti/La Spezia; con il sostegno di TAP/Torino Arti Performative; con il supporto in residenza di Sardegna Teatro, Dracma Centro Residenze (RC), Claps Circuito Lombardo (BS), Teatro Eugenio Fassino, Avigliana (TO).
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Testo di Fabrizio Sinisi
Regia, scena, costumi | Giorgia Cerruti
In scena e in video | Giorgia Cerruti e Davide Giglio
Con la partecipazione video di | Elvis Flanella
e di | Ulla Alasjarvi, Pamela Baldi, Gianluca Bottoni, Claudio Contartese,
Renato Cravero, Emma Fresia, Michele Guaraldo, Giulia Mello Ceresa
Assistente alla regia | Raffaella Tomellini
Elaborazione scenotecnica, disegno luci | Lucio Diana
Aiuto regia video, fotografia, montaggio| Giulio Cavallini
Musiche originali, sound design, fonica | Guglielmo Diana
Operatore video | Marco Rossini
Tecnico di Compagnia | Marco Ferrero
Responsabile organizzativo | Angelo Pastore
Segretaria di compagnia | Emanuela Faiazza
Ufficio Stampa | Elisa Sirianni
Traduzione inglese dell'opera | Rossella Bernascone
Traduzione francese dell'opera | Frédéric Sicamois
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Si ringraziano per le location:
Rete 7- People TV, Master Club 2.0, Teatro Comunale di Rivara,
Orti Generali, Agenzia di Videomarketing Gorilla Gang
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"La memoria... è una questione centrale nella mia vita: perdo sistematicamente il ricordo degli accadimenti negativi, conservo memoria di espressioni o odori remoti e ad esempio trattengo il ricordo dei copioni per sempre. Ho perso la memoria verso i 5 anni a seguito di un incidente e di un coma; ho smarrito poco passato, è vero, ma credo fossero attimi a me cari vissuti con i miei genitori, i nonni, gli zii… luoghi dell’anima dove si è costruita parte della mia identità.
Veniamo a FAVOLA.
Tre anni fa io e il mio compagno d’arte Davide Giglio (artista cofondatore con me della Piccola Compagnia della Magnolia, nata nel 2004) abbiamo chiesto a Fabrizio Sinisi di scrivere un testo sul ricordo e sulla trasformazione, sul risveglio dal sonno come momento ciclico - e potenzialmente eretico - di cambiamento. Abbiamo parlato a lungo con Fabrizio di noi due, del nostro passato, del rapporto che ci lega e del teatro che ci traduce.
Poi il tempo di tutti si è bloccato a lungo a causa della pandemia, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. In quella condizione Fabrizio ha setacciato il materiale umano assorbito, e lo ha spostato nel territorio meraviglioso e autonomo della sua scrittura poetica.
Così è nato FAVOLA, tragedia da camera contemporanea i cui protagonisti sono G e D, una coppia chiusa in una stanza: lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza. In questo palcoscenico-mondo G e D incarnano delle funzioni, metateatralmente sono macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio.
Questa “piccola” storia personale dei protagonisti è una cornice scatenante che allaccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che - nella grande Storia - scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in una parata inarrestabile di diseguaglianze.
Mi sembra che il viaggio di lei e lui sia un po' la storia dell'umanità, un percorso claudicante di due esseri umani attraverso l'esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.
Il palco diventa un laboratorio per esperimenti e lo schermo che domina la scena apre la porta sull’ignoto, sul caos visionario e fantastico, arbitrario e illogico che tutti ci concediamo quando stiamo sognando: è un gran teatro del mondo severamente affacciato su un barocco postmoderno e fiammeggiante.
E poi dietro a tutto questo gran costrutto ci siamo anche noi, attori azzoppati dal sistema, figli che scavano nei ricordi, possibilità che arrivano dal futuro, donne che faranno la differenza, amori che si trasformano, desideri inauditi, paure bambine…
Per il nostro gruppo di lavoro FAVOLA è stato anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri. Per stare più vicini e provare a dirsi qualcosa di autentico". Giorgia Cerruti
LO SPETTACOLO
Una donna e un uomo, chiusi in una stanza. Per qualche ragione che non viene mai nominata, non se ne può uscire. In questo spazio claustrofobico, dominato solo da un grande schermo, la donna inscena tre racconti. Tre visioni, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio lei "G." e il marito "D." sono protagonisti di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni episodio è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde la ferita della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai.
Sul palco - luogo del reale - i protagonisti G. e D. ripercorrono le favole del proprio dolore, ogni giorno, nell'arco temporale che sta tra il sonno e il risveglio. Il ponte di accesso a questa via oscura è un grande schermo: siamo dentro al cranio di G, il luogo del rimosso, della trasformazione, il setaccio della memoria di sequenze perdute.
Il drammaturgo Fabrizio Sinisi scrive sulla pelle degli artisti Giorgia Cerruti e Davide Giglio - anime fondatrici della compagnia di teatro contemporaneo Piccola Compagnia della Magnolia - un testo abissale e visionario, poetico e politico insieme: una danza a due, un rito laico attraverso cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale.
FAVOLA è l'esperimento di un teatro politico praticato con gli strumenti della poesia.
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NOTE D'AUTORE
Spesso il lavoro su un testo nasce da una sola immagine. Quella che mi hanno proposto Giorgia e Davide nel nostro primo incontro era la seguente: due esseri umani, un uomo e una donna, chiusi in una stanza, davanti a uno schermo. Poco dopo iniziava la pandemia, il lock-down, il delirio di questo tempo: quella clausura a due perdeva qualsiasi caratterizzazione intima e privata, e diventava metafora della nostra condizione: corpi costretti alla clausura, corpi urgenti, dirompenti verso l’esterno quanto più lo spazio intorno a loro si contrae. Quel movimento verso l’esterno diventa il movimento della fantasia, dell'ossessione, dell'oltranza: della favola, appunto. Due corpi che sognano vite e tempi diversi, variazioni della propria esistenza: tre sogni, tre racconti, tre favole più vere della vita stessa. Come scrive Slavoj Zizek, abbiamo bisogno di "nuovi cliché": nuove storie, nuove parabole più vere, più impietose e meno consolatorie di quelle che sono in circolazione. La favola, del resto, anche quando è nera, rende facile mettere in scena ciò che credo sia il compito principale del teatro: svelare un meccanismo, metterlo in luce sulle assi di un palcoscenico.
Così ho immaginato i corpi di Giorgia e Davide: come le macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio. La ripetizione, in tre momenti e in tre epoche diverse, dello stesso schema tragico: la sopraffazione dell'uomo sulla donna, del padre sul figlio, del più forte sul più debole. Così che il palco - sia quello reale che quello dello schermo - diventi il luogo di un rito perduto, l'affaccio su mondi diversi, su una dimensione dell'altrove.
FAVOLA è anche l'esperimento di un teatro politico praticato con gli strumenti della poesia. Pasolini, di cui ricorre il centenario della nascita, e a cui questo lavoro è idealmente dedicato, parlava della poesia come di un modo per trasumanar e organizzar. Provo oggi ad aggiungere un accento alla sua congiunzione: trasumanare come modo per desiderare oltre e di più, per guardare oltre le prigioni del qui e ora – trasumanar è organizzar. Trasfigurare la lingua e la fantasia: anche questo è un "atto politico".
Fabrizio Sinisi
Come scrive Pasolini nel Pianto della Scavatrice:
"Solo l’amare, solo il conoscere / conta. Non l’aver amato, / non l’aver conosciuto.
Dà angoscia / il vivere di un consumato / amore. L’anima non cresce più."
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NOTE DI REGIA
Chiesi ormai tre anni fa a Fabrizio di scrivere un testo per attraversare il tema dell’eresia e dell’utopia attraverso la condizione ciclica del sonno e del risveglio, inseguendo un po’ le suggestioni del Calderòn di Pasolini e dell’Orlando della Woolf.
Poi il tempo di noi tutti si è bloccato a lungo, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. Ne è nato FAVOLA, opera monumentale di Fabrizio Sinisi. I protagonisti - G. e D. - sono una coppia. Sul palco - luogo del reale - si inscena una piccola tragedia da camera contemporanea, una favola nera ambientata in una stanza della casa. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza.
L’espediente è il sonno, dove tutti sogniamo, o dove spesso riviviamo noi stessi in altre forme, epoche, identità, alle volte più sopportabili dello specchio reale. Il ponte che dà accesso a questo viaggio catartico (posto che ricordare lo sia sempre…) è un grande schermo - luogo del rimosso, della trasformazione, del caos o setaccio della memoria di sequenze perdute.
FAVOLA ha dunque una piccola storia, una cornice scatenante che abbraccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che - nella grande Storia - scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in un ciclo inarrestabile di sopraffazione.
L’esito è una favola eretica. In FAVOLA G. e D. siamo io e il mio compagno d’arte, l’attore Davide Giglio, con cui da diciotto anni si indaga la materia teatrale. Il viaggio di lei e lui è un po' la storia dell'umanità, un percorso claudicante di due esseri umani - chiunque - attraverso l'esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.
L’architettura di FAVOLA è un’osmosi tra i linguaggi specifici del palco e del video. Oggi più che mai siamo di fronte all’apoteosi dell’impalpabile. E questo attesta e conferma il trionfo anacronistico del teatro e della presenza, ma afferma anche la contemporanea necessità di soggettivare l’oggetto inquadrato per rubarne l’essenza al microscopio del cinema.
FAVOLA è per noi anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri.
Giorgia Cerruti
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Il punto di vista di Giulio Cavallini - aiuto regia video, fotografia, montaggio
Il lavoro consiste nella traduzione cinematografica del sogno (o dell’incubo), con l’utilizzo di linguaggi visivi diversi, anche a contrasto tra loro: stiamo costruendo con la regista un dialogo non lineare sui cocci di vetro di uno specchio infranto, di un sogno senza inizio e senza fine.
G. e D. si inseguono in un’esplosione di immagini non-concrete e caleidoscopiche che costituiscono un processo di reviviscenza tramite il quale G. affronterà il proprio rimosso.
Giulio Cavallini
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Il punto di vista di Guglielmo Diana - autore delle musiche originali e sound designer
Favola possiede una lingua poliglotta che racconta un ricordo mai vissuto, un sospiro neorealista che, sussurrando al tuo orecchio, ti riporta a quella coscienza che proveresti calpestando un prato dove una volta gridarono in guerra molte persone.
È il fischio dopo una bomba, la scintilla di un fiammifero, il tonfo della ghigliottina, la soglia che riporta tutto allo stato di quiete dopo un evento irreversibile, dopo un passaggio di stato di materia. Il mio compito è far sì che questo severo incubo della percezione possa essere sentito.
Guglielmo Diana
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DICONO DELLO SPETTACOLO
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Maria Dolores Pesce per Rumorscena, Teatro Nazionale di Genova
​(...) un liquido caldo ed oleoso che si deposita e intride l’anima dello spettatore, che man mano l’assorbe con dolcezza, e la penetra in permanente profondità. In Favola si avvale ancora una volta della drammaturgia del giovane Fabrizio Sinisi, che mostra qui la sua progressiva maturazione, traendo forse beneficio anche dalla, questa sì ormai nella sua piena maturità, sapienza registica, di messa in scena e anche attoriale di Giorgia Cerruti, una sapienza che trova ulteriore respiro nella intensa recitazione del suo compagno d’arte e di scena, il bravo Davide Giglio.
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Sandro Avanzo per Spettacoli News.it, Napoli, Campania Teatro Festival. Prima nazionale
[…] La vera sorpresa arriva invece dalle scatole cinesi di cui è composta Favola della Piccola Compagnia della Magnolia che si ispira al Calderòn di Pasolini, a sua volta ispirato da La vita è sogno […] Ma piacevolmente inaspettata risulta la consapevolezza della regista Giorgia Cerruti nel gestire gli incastri tra prosa, proiezioni video originali […] Gli attori? Un piacere ascoltarli dal vivo e vederli riprodotti sullo schermo.
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Masolino D’Amico per La Stampa (nazionale), Cecina, Ti Racconto alla Luna
[…] Dedicato alla memoria di Pasolini, il lavoro di Sinisi può richiamare la drammaturgia del poeta friulano per una visionarietà che sdegna troppe spiegazioni, e anche per l’incisività del dialogo […] Ammirevole la prova degli attori, lui spalla paziente e coraggiosa, lei convincentissima negli smarrimenti di una persona scissa e in certo modo incuriosita da quanto le sta succedendo.
Davide Sannia per Krapp’s Last Post, Asti, Astiteatro44. Prima regionale
[…] Una “tragedia da camera contemporanea” dove l’aggettivo “da camera” nasconde un’inquietante verità che, a poco a poco, si snocciola e prende vita. […] Lui, regista di questo gioco al massacro, è portatore della realtà dei fatti, di quella verità che lei ha smarrito nelle pieghe della vita. […] Fabrizio Sinisi, che ha scritto il testo dello spettacolo, cuce sui corpi dei due attori protagonisti un vestito drammaturgico su misura e ne rispetta gli obiettivi. […] La ricerca della Piccola Compagnia della Magnolia approda così ad un atto politico che, mostrando la tragica esistenza dei due giovani amanti, vuole in realtà accendere le luci sul senso di ciò che è giusto nella società contemporanea.
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Leonardo Del Fanti per PAC, Bassano del Grappa, Operaestate Festival - B. Motion
[…] Favola è una “tragedia da camera contemporanea” che vuole indagare l’enigma della violenza nella storia umana e personale. […] Storie d’amore, di violenza e di sopruso sagomano magistralmente l’atto politico che la Piccola Compagnia della Magnolia su testo originale di Fabrizio Sinisi vuole trasmutare, indagando il rimosso, ciò che è troppo vero per essere accettato. […] Giorgia Cerruti e Davide Giglio marciano prepotentemente verso la decolonizzazione del pensiero, denunciando esplicitamente la banalità di un piccolo imprenditore pusillanime che obbliga la donna a svendersi per la sopravvivenza della famiglia […] Una favola nera che merita di essere vista sul palco, luogo impietoso del reale.
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Paolo Randazzo per Dramma.it, Roma, Teatro Basilica
[…] Cercare il reale nel reale, indovinare la filigrana della realtà osservandola con sguardo politico e studiandola soprattutto laddove le sue crepe sono più evidenti, dove gli squarci sono più profondi, dove le ferite sono ancora in grado di dirci come è stato che ci siamo fatti male. Ecco si potrebbe sintetizzare così, in assoluto, il compito del miglior teatro ed è quanto ci è accaduto di pensare vedendo “Favola”, l’ultimo spettacolo di Piccola Compagnia della Magnolia […] Il testo, interessante, denso di senso, magmatico, è di Fabrizio Sinisi […] La regia e il concept complessivo sono di Giorgia Cerruti, in scena ci sono la stessa Cerruti con Davide Giglio (ed è una coppia d’arte in gran spolvero e visibilmente molto affiatata), la parte video è curata da Giulio Cavallini. […] Un cenno a parte va fatto sulla modalità usata per la costruzione dei segmenti video: si tratta di costruzioni che approfondiscono la parte onirica, magmatica, desiderante, irrazionale di quanto è proposto dal testo di Sinisi; non scenografia, non commento, non spiegazione e nemmeno narrazione parallela, ma ricerca visuale e connotativa, che spiazza lo spettatore ed amplia e arricchisce i confini semantici di quanto accade in scena.
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Fausto Nicolini per Quarta Parete, Roma, Teatro Basilica
Si scrive «Favola», si legge incubo. Ma è un incubo affascinante che ha le sue motivazioni e le sue giustificazioni. G e D, i due personaggi di questa tragedia da camera, come è stata definita, vivono rinchiusi in una stanza […] L’autore, Fabrizio Sinisi, ci sta abilmente conducendo lungo un tortuoso percorso nella memoria di G: una memoria scomposta, tutta da ricostruire. […] Giorgia Cerruti, ideatrice del testo, regista e attrice (bravissima) […] la sua recitazione contiene una verità che artiglia immediatamente l’ascoltatore. […] Mentre G è colei che, perduta la memoria, è alla ricerca di sé stessa e del suo passato, D, cioè lui (il convincente Davide Giglio), è un personaggio dalla doppia personalità. […] la recitazione dei due protagonisti è viva, tenace, affiatata, credibile e molto coinvolgente.
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Davide Maria Azzarello per Modulazioni Temporali, Torino, Teatro Astra
Giglio e Cerruti incarnano D. e G. con la maestria che abbiamo imparato a conoscere bene: il livello di adesione al personaggio è surreale, tanto che qua e là sono disseminati certuni apici interpretativi grazie ai quali uno si scorda pure di essere a teatro, poiché dinamiche e ferite risultano avvicinabili a molti. Insieme riescono davvero a dare l’impressione di un evento-matrioska: lei ha dimenticato, lui ricorda; lei dentro, lui esce; e invischiati troviamo Pasolini, Calderon de la Barca, il colonialismo, la genitorialità, la convenienza… Stratificazioni, veli, livelli. Favola è l’incubo, il rischio dell’infelicità, dalla quale tuttavia può germinare il Bene. Gli spettatori sembrano aver compreso: applaudono soddisfatti, è un successo.
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PROGETTO VULNERABILI 22.24
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Stiamo vivendo un tempo fragile, friabile, dove abbiamo la sensazione che ogni visione possa – a contatto con l’esterno – polverizzarsi. In questo respiro nasce Progetto Vulnerabili, come visione ardita sul futuro, come tentativo di attraversare sfaccettature dell’umana vulnerabilità attraverso tre opere.
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FAVOLA
Creazione 2022. Regia di Giorgia Cerruti - testo di Fabrizio Sinisi
sfida la vulnerabilità al tempo che scorre, scorgendo una risposta eretica nella possibilità di riscrivere ad libitum la propria vita.
VULNERABILI AL TEMPO
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Creazione 2023. Regia di Giorgia Cerruti - adattamento di Fabrizio Sinisi da Pirandello
è un viaggio dentro l’umana gracilità, fatta di solitudine, voli pindarici, cadute dalle quali a volte ci si rialza a stento. In eterno disequilibrio tra le forme da assumere per esistere nel mondo e la retta luminosa che traccia la nostra essenza.
VULNERABILI ALLE APPARENZE
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CENCI_rinascimento contemporaneo
Creazione 2024. Regia e riscrittura da Shelley, Artaud e Stendhal e dagli atti del processo contro Beatrice Cenci a cura di Giorgia Cerruti
innalza la storia di una famiglia rinascimentale a simbolo universale di vulnerabilità alla violenza contemporanea. Una donna sfida il il potere virile e parla all’umanità contemporanea rivelando le pieghe più subdole dell’odierno potere imperante.
VULNERABILI ALL'INGIUSTIZIA
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